Care Amiche e Cari Amici,
fortunatamente il tempo passa, ed eccoci arrivati a giugno ed a questa lettera di commiato da tutti voi, ma mi riservo, per fare la differenza, una mia ultima riflessione.
Nei giorni scorsi, nel corso del 61°Congresso distrettuale, nella splendida cornice di Valle dell'Erica, ho esposto la relazione conclusiva di questa annata rotariana, che è stata molto apprezzata dal Presidente Internazionale Eletto Barry Rassin e dalla moglie Esther, che sono stati con noi in rappresentanza del Presidente Internazionale Ian Riseley e della moglie Juliet, che, come ricorderete, abbiamo avuto il privilegio di ospitare nel nostro distretto ad inizio di questa annata rotariana, e che avremo il piacere di incontrare ancora alla Convention di Toronto, nei prossimi giorni, insieme ad una numerosa delegazione di rotariani del nostro Distretto.
In occasione del Congresso abbiamo parlato di ambiente, grazie all'encomiabile coordinamento scientifico di Attilio Mastino, Rettore Emerito dell’Università di Sassari, che anche da queste righe ringrazio per la sua collaborazione, e poi dell'operatività del nostro Distretto, grazie a coloro che durante quest'annata hanno coordinato le commissioni distrettuali, raggiungendo livelli di eccellenza nel loro operato.
Insieme abbiamo fatto la differenza!!
Numerosi ed importanti sono stati i service realizzati dai Club in favore delle proprie comunità ed anche guardando oltre i nostri confini.
Come Distretto in particolare ci siamo occupati di coordinare la formazione rotariana, dell’ambiente stimolando i Club a piantare alberi ovunque, ci siamo occupati di comunicazione, di cultura e di arte, di riflettere sulla pace e sul ruolo delle nuove generazioni, ed abbiamo sostenuto la Rotary Foundation, in particolare la Polio, ed insieme a tutti i Distretti italiani realizzato la conferenza presidenziale di Taranto sulla salute materna ed infantile e sulla pace.
In quest’annata abbiamo rafforzato anche il Rotary, con una crescita dei soci, con la costituzione di nuovi Club; sono cresciuti in organico anche il Rotaract e l’Interact, e ci siamo impegnati per l’ingresso nei Club dei giovani e delle donne, nella ricorrenza dei 30 anni di appartenenza al sodalizio. Siamo stati, come da tempo, protagonisti nei programma scambio giovani, NGSE e RYLA.
Ma non voglio qui ripercorrere la ben più ampia e dettagliata relazione conclusiva.
Un anno è passato..... è stato intenso e proficuo, ma, soprattutto, gratificante.

Sono stata fortunata ad avere la vostra Amicizia, ed il vostro costante ed incessante conforto e supporto.
Insieme abbiamo operato seguendo i cinque principi dell’agire rotariano: servizio, amicizia, diversità, integrità, leadership.
In quest’anno di service, così come nei contatti e nelle visite a tutti i Club del Distretto, ho avuto la conferma che l’amicizia è l’elemento più importante, e quella vera non è solo l’andare insieme a cena, ma il rispetto, la fiducia, l’affinità di intenti, la disponibilità reciproca: i Club nei quali è diffuso questo senso più completo di amicizia, sono quelli in cui i soci si trovano a loro agio e che rimangono negli anni e che conseguono con gioia e soddisfazione i migliori risultati nel servizio rotariano.
Sono i Club che fanno la differenza!.
L'amicizia, con quel senso di unione e di appartenenza, che vi ho voluto trasmettere anche attraverso il "Forza Paris" che grandi emozioni ci ha fatto vivere anche stamattina alla Festa della Repubblica, e che sintetizza una filosofia di vita nella quale dobbiamo credere fortemente, sempre, per dare il meglio di noi servendo l'umanità che ne ha bisogno al di sopra di ogni interesse personale.
Abbiamo insieme dimostrato, che insieme è possibile costruire il futuro del Rotary, un futuro positivo, e che insieme abbiamo raggiunto quei risultati che hanno fatto nelle nostre comunità "la differenza" così come ci ha raccomandato il Presidente Internazionale Ian Riseley, senza personalismi né visioni egocentriche, con semplicità e dedizione nella condivisione.
"Il Rotary del fare" ho ritrovato questo concetto che vi ho trasmesso per un anno intero nelle parole del RIPE Barry Rassin, che nella sua allocuzione conclusiva, ha avuto parole di stima e di ringraziamento nei confronti del nostro Distretto: ha infatti sottolineato "che è stato fatto un grande lavoro: i programmi per i giovani sono forti, le contribuzioni alla RF sono consistenti, i progetti sono esemplari....Per me è un grande privilegio essere qui e per questo vi dico grazie": non ci poteva essere gratificazione più grande !
Ma sono io che ancora ringrazio tutti Voi, anche quelli che avrebbero potuto meglio contribuire alla realizzazione di questa annata, e con un forte e caloroso abbraccio i fortunatamente tanti che hanno prestato il loro servizio nei Club e nel Distretto con grande generosità e dedizione, perché con soddisfazione possiamo dire che è stata un’annata di successo e che insieme abbiamo fatto la differenza!

Vi lascio alla lettura del messaggio del Presidente Internazionale Ian Riseley e dell'approfondimento del tema del mese, che il ROTARY dedica alle Fellowship, e mi è grata l'occasione per ringraziare ancora una volta l'amico Mario Virdis.
Mi congedo con l'augurio, di cuore, per ogni successo, nell'anno a venire e nei prossimi anni, che rivolgo al nostro Distretto e al nostro Governatore Eletto Patrizia Cardone ed anche a chi dopo di Lei si succederà alla guida del nostro Distretto, Giulio Bicciolo e Giovambattista Mollicone, così come ai futuri leader distrettuali e di Club.

Cari Amici e Care Amiche, Viva il Rotary, Viva il Distretto 2080 ed ancora FORZA PARIS!!

GIUGNO, MESE DEDICATO DAL ROTARY ALLE FELLOWSHIP, GRUPPI RICREATIVI DI CONSOLIDAMENTO DELL’AMICIZIA.

Giugno è il mese che il Rotary International dedica alle Fellowship, strutture di aggregazione sportive o culturali a valenza anche internazionale, gestite autonomamente dai club, che riuniscono Rotariani, coniugi e Rotaractiani. Le Fellowship nacquero nel 1928 a livello informale, diventando poi strutture ufficiali nel 1947, con l’istituzione delI’International Yachting Fellowship of Rotarians, ancora oggi il circolo professionale più antico del Rotary.
Pur nella loro gestione autonoma, queste associazioni nascono con il preventivo assenso del R.I., in quanto la nascita di ogni nuovo circolo deve attenersi, alle precise regole stabilite dal Rotary International. Solo dopo l’approvazione da parte del Consiglio centrale, la nuova Fellowship potrà operare in modo indipendente, con un proprio statuto, quote sociali, regolamento e struttura amministrativa.
I rotariani che compongono questa forma associativa in realtà condividono un interesse comune, rivolto nella gran parte dei casi a sport e hobby, anche se questa comunanza di interessi è anche base per un ulteriore miglioramento delle relazioni professionali, consentendo anche di individuare nuove opportunità di servizio e di stabilire nuovi rapporti di amicizia in tutto il mondo. Entrare a far parte di una Fellowship rotariana è, in sintesi, un modo per rafforzare e allargare l’amicizia nata nei club, estendendo e migliorando il raggio d’azione svolto, facendolo uscire fuori dai collaudati luoghi d’incontro istituzionale.
Col passare del tempo le Fellowship si sono rivelate un ottimo aggregante per molti dei club coinvolti; condividere le comuni passioni consente di acquisire nuove amicizie, utilizzando proprio la comunanza degli interessi coltivati. Attraverso questi circoli la famiglia rotariana continua il suo servizio anche fuori dal Club, entrando in contatto con persone con ruoli e responsabilità diverse, oltre che generazionalmente differenti, riuscendo in questo modo ad annullare le differenze esistenti. I rotariani che praticano questa forma di amicizia, liberi dai vincoli di Club, di Distretto e di nazionalità, possono così scambiarsi le esperienze, creare nuovi rapporti amichevoli e, nei fruttuosi momenti d’incontro, creare una rete di amicizie capace di migliorare la comprensione nel mondo.
Il R.I. a partire dal Luglio del 2006 ha ritenuto di dover apportare dei cambiamenti organizzativi alle diverse Fellowship; nella comune categoria denominata “Gruppi ramificati globali”, ha voluto distinguere tra le Fellowship basate su scopi ricreativi e professionali, e quelle riferite ai “gruppi di azione rotariana”, queste ultime maggiormente focalizzate sul servizio. Si decise pertanto di scindere le Fellowship basate “sull’amicizia di gruppo”, da quelle più orientate al “servizio”, richiedendo a queste ultime la costituzione di una struttura amministrativa, atta a supportare meglio il lavoro svolto.
Giugno, amici, è anche il mese che chiude l’anno rotariano. È il mese in cui la “nave” arriva in porto, col suo carico di servizio, che tutti siamo chiamati a valutare con il nostro Governatore. È il necessario consuntivo, fatto per gioire dei successi conseguiti e anche per studiare le possibili modifiche, necessarie per poter svolgere meglio il nostro impegno di servizio in futuro. Il consuntivo di quest’anno, dedicato dal Presidente Ian Riseley alla salute del nostro pianeta, lo abbiamo appena fatto, insieme, alla fine dello scorso mese di Maggio, riuniti nel 61° Congresso del nostro Distretto.

Cari amici, con questa riflessione sono arrivato al termine del percorso delle mie “riflessioni mensili”. Sento perciò il dovere di ringraziarvi tutti, per la pazienza che avete avuto nel leggermi. Un grande, sincero grazie al Governatore Salvina, che mi ha fatto l’onore di allegare le mie riflessioni alla sua “Lettera mensile”, ed un affettuoso, grande grazie a tutti Voi! Prima di chiudere, però, voglio mettervi al corrente di un episodio, che mi coinvolse 10 anni fa, nell’anno rotariano 2007-2008, Governatore l’indimenticato Franco Arzano. In quell’anno avevo assunto, per la 3^ volta, la presidenza del mio club: era l’anno del Quarantennale. Salutando Franco alla fine del Congresso, lo ringraziai dicendogli “Grazie Franco per tutto quello che mi hai insegnato quest’anno”. Lui mi guardò con quel suo sorriso curioso e, abbracciandomi, aggiunse: “Caro Mario, io non ti ho insegnato niente, certamente abbiamo imparato diverse cose insieme, mentre facevamo la stessa strada”.
Ecco, spero che io e Voi, in questo indimenticabile anno, “abbiamo imparato…diverse cose, insieme, percorrendo lo stesso sentiero di servizio!”.
Buon Rotary e tutti Voi, cari amici, con l’auspicio che noi rotariani “faremo sempre la differenza”! Oggi, domani e sempre, “Forza Paris”!

Mario

 

Messaggi del Presidente

Ian H.S. Riseley

Presidente 2017-18

 

Giugno 2018

Da sessant’anni, la scelta di un tema è un privilegio – e talvolta una sfida – del presidente entrante. Dare uno sguardo al passato, ai temi scelti da loro, è un po’ come aprire una finestra sul pensiero e la visione di ognuno di questi leader – su come vedevano il Rotary, sul posto che ritenevano dovesse prendere nel mondo, su ciò che speravano che il Rotary potesse realizzare.

Quando è stato il mio turno di scegliere un tema, non ho avuto esitazioni. Per me, da subito, il nostro tema per il 2017/2018 doveva essere Il Rotary fa la differenza. Per me questa breve frase descrive non solo quello che facciamo adesso, ma anche ciò che aspiriamo a fare. Noi vogliamo fare la differenza. Il nostro sforzo consiste nel dare una mano, avere un impatto, per rendere il mondo un po’ migliore.

Nel corso degli ultimi due anni, ho visto in quanti modi il Rotary sta facendo proprio questo. In California, dopo i devastanti incendi dell’anno scorso, ho visto i Rotariani fare la differenza per le persone che avevano perso tutto. In Guatemala, ho visto la differenza che può fare una semplice stufa a legna nella vita delle donne che prima preparavano il cibo su focolari all’aperto: non inalano più il fumo mentre preparano da mangiare, devono dedicare meno tempo a raccogliere legna da ardere, e stanno usando queste cucine per avviare piccole attività. In Israele, sono stato in un centro iperbarico, finanziato dal Rotary, che aiuta i pazienti con lesioni cerebrali o ictus a riprendere una vita produttiva e in buona salute. Nelle comunità di ogni parte del mondo, i Rotariani sono pronti a fare la differenza: aiutando i profughi a riprendere la propria vita, immunizzando bambini, assicurando scorte di sangue sicuro e controllato, e aiutando giovani a studiare e prosperare.

In tutto il mondo, ho preso parte all’impegno di piantatura di alberi assunto dai Rotariani. Al momento in cui va in stampa questo numero di The Rotarian, il conteggio definitivo degli alberi che abbiamo piantato è ancora in corso, ma ho il piacere di annunciare che abbiamo già superato, e di gran lunga, il nostro obiettivo iniziale di 1,2 milioni, un nuovo albero per ogni Rotariano. E, in tutto il mondo, il Rotary continua i suoi sforzi di sensibilizzazione, raccolta fondi e sostegno per l’eradicazione della polio. L’anno scorso, il poliovirus selvaggio ha provocato solo 22 casi di paralisi, in due soli Paesi. Posso dire con fiducia che presto il numero scenderà a zero, e la tempistica relativa all’eradicazione entrerà in una nuova fase: il conto alla rovescia dei tre anni dall’ultimo avvistamento del virus che ci condurrà a certificare di aver liberato il mondo dalla polio.

Nel tornare a casa in Australia, Juliet e io porteremo con noi l’affettuoso ricordo di tanti posti che abbiamo visitato, di tante persone di cui siamo diventati amici e dell’azione umanitaria di cui siamo stati testimoni. Grazie a voi, grazie a tutti voi, per le magnifiche opere che state facendo all’insegna del tema Il Rotary fa la differenza.

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“Il Rotary è uno stile di vita. Uno stile di vita buono, naturale, completo e pieno di amicizia. Il mondo è pieno di potenziali rotariani, ce ne sono molti che mi stanno ascoltando. Amico mio, se tu hai nel cuore amore per il prossimo, tu sei un potenziale rotariano”

Paul Harris — Convention di Boston 1933