Lettera del Governatore | Luglio 2025

Carissime amiche Rotariane, carissimi amici Rotariani,

oggi si apre un nuovo capitolo, un nuovo anno rotariano. È il tempo del passaggio di testimone, a ogni livello: nei club, nei distretti, e nell’organizzazione internazionale. È con autentica emozione che vi rivolgo questo saluto personale, uno per uno, assumendo con orgoglio e senso di responsabilità il ruolo di Governatore del Distretto 2080.

Auguro buon lavoro ai nuovi Presidenti e ai rinnovati direttivi dei club di Roma, del Lazio e della Sardegna. A ciascuno di voi va il mio incoraggiamento più sincero: siete il cuore pulsante del nostro Distretto, l’energia che lo anima ogni giorno.

Ci apprestiamo a camminare insieme in questo nuovo anno, guidati dal motto “Unite for Good – Uniti per fare del bene”. Un invito potente all’unità e all’azione concreta, sotto la guida del nostro nuovo Presidente Internazionale, Francesco Arezzo, terzo italiano nella storia del Rotary a ricoprire questo incarico straordinario.

Francesco ha accettato questa sfida con un coraggio esemplare: ha avuto solo due settimane per prepararsi a un compito per cui normalmente si hanno due anni. Questo gesto, che dice tutto sulla sua dedizione e determinazione, deve ispirarci profondamente.

Alla recente Convention di Calgary, ha pronunciato parole che ci interpellano con forza: “Unire significa riconciliare”. Vuol dire coltivare legami, avvicinare le persone, creare ponti. Vuol dire rafforzare il nostro effettivo, accogliere chi è già tra noi e attrarre chi ancora sogna di diventare rotariano. Perché club più forti significano comunità più forti.

Ma aumentare l’effettivo non è il fine. È il mezzo. Il nostro vero obiettivo resta sempre uno solo: migliorare la vita delle persone, ovunque.

Eradicare la polio. Garantire acqua potabile. Consentire alle donne di partorire in sicurezza. Promuovere l’istruzione delle ragazze. Tutelare il nostro pianeta. Costruire un domani migliore.

In una parola sola: pace.

Una pace che si costruisce giorno dopo giorno, cominciando proprio dai nostri club e dalle comunità in cui operiamo. Una pace che nasce dall’inclusione, dal rispetto, dalla solidarietà.

Francesco Arezzo ci ha ricordato: “Non è mai l’anno mio. È sempre e solo l’anno del Rotary.” Ecco il senso più profondo del nostro impegno: trasformare l’io in noi.

È questa la nostra sfida più grande ma anche la nostra forza più autentica.

Vi propongo un breve spunto su cui riflettere, con l’augurio che possa ispirarci a costruire insieme un futuro migliore ( video)

Che sia, per tutti noi, un anno da ricordare.

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